A cosa serve meditare?
A non pensare?
A riflettere meglio su qualcosa?
A calmarsi?
La mente direbbe che non serve a niente, che è completamente una perdita di tempo, la nostra ignoranza nel campo di tutto ciò che non si percepisce con i sensi è davvero profonda e difficile da superare.
Abbiamo perso da millenni quella capacità di percepire la dimensione sottile della realtà. Le sensazioni, il “presentimento”, la preveggenza, lo sguardo interiore… Queste sono per la persona comune, delle “fantasie”…
La meditazione è entrare in contatto con questo mondo in cui il pensiero non è il principale protagonista e in cui non si possono dare spiegazioni razionali. Si crea lo spazio sacro senza tempo né luogo, ci si cala nel PRESENTE, il pensiero va sullo sfondo.
Si può fare stando seduti, nella posizione classica, ma anche camminando, danzando, cantando, dipingendo, facendo l’amore, o qualsiasi altra azione se vissuta in piena presenza.
A volte arrivano colori, a volte immagini, a volte si sta come in un sogno lucido, altre volte non si vede nulla di definito e si acuisce invece il senso dell’udito, con l’ascolto del respiro, dei piccoli suoni interni, il battito del cuore, oppure si fa caso ai suoni esterni, quelli più lontani e quelli più vicini, senza che nulla dia fastidio, si sta dentro di essi quasi con entusiasmo, con curiosità..
Oppure si entra nell’ascolto profondo del corpo, dell’energia potente che scorre, passando a sentire piccole vibrazioni qua e là, sottilissime…
In effetti la meditazione è porsi davanti a una porta come fosse un portale, un cambio dimensionale che ci aiuta a percepire che esiste altro, che SIAMO ALTRO.
Lo spazio della mente superficiale, appartiene all’ego, a quella nostra maschera con la quale ci identifichiamo. La meditazione ci porta nello spazio dello spirito, in quello che noi siamo veramente. Così da trascendere la maschera.
E ascoltare quella parte alta, sublime, amorevole e in pace che è la Coscienza
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